Dolomiti

Malga Lech Sant: coi bambini nel verde incanto della Val Gardena

Chi conosce la Val Gardena sa che offre paesaggi davvero incantati. Verdissimi pascoli, bianche cime che si stagliano verso il cielo, masi che costellano i prati rendendoli quasi una cartolina… Una meraviglia! Uno dei luoghi più belli e bucolici dell’intera valle è senz’altro il Seceda che, grazie alle sue radure smeraldine e montagne leggendarie, riesce a donare pace, relax e indimenticabili facili passeggiate. Oggi noi, da Col Raiser, raggiungeremo Malga Lech Sant (Baita del Formaggio) per godere di una vista davvero unica, che saprà entrare nel cuore.

  • Località di partenza: Col Raiser
  • Parcheggio: alla partenza degli impianti Col Raiser, Santa Cristina Val Gardena (grande, a pagamento)
  • Mezzi utilizzati: zaino portabimbo (passeggino da trekking possibile con fatica, senza compiere il giro ad anello per tornare)
  • Tempo medio: due ore e un quarto circa (percorso ad anello)
  • Difficoltà: facile – medio
  • Dislivello: 100 metri – Col Raiser m. 2107 – Malga Neidia (punto più basso) m. 2007 – Malga Lech Sant m. 2096
  • Tipologia di percorso: iniziale tratto pianeggiante per poi scendere sino a 2007 metri e risalire alla meta; successiva parte pianeggiante sino al rientro a Col Raiser (via Rifugio Fermeda)

Malga Lech Sant sul Seceda: si parte da Col Raiser

Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura nell’area sosta degli impianti Col Raiser subito acquistiamo il ticket. Saliamo quindi sulle cabine che, in meno di dieci minuti ci consentiranno di guadagnare i 2107 metri della stazione di monte. Appena usciti, non potremo che lasciarci sopraffare dalla bellezza del paesaggio.

Arrivare qui alla mattina presto è un’esperienza davvero incredibile. La luce radente illumina le montagne tutt’intorno e il Sassolungo (dinanzi a noi) si propone in tutta la sua bellezza. Di fianco, il gruppo del Sella sembra volerci salutare e le Odle, proprio dietro, fanno venire alla mente epiche passeggiate dalla vista eccezionale. Da qui si potrebbero intraprendere già diversi sentieri: il 4 condurrebbe al Rifugio Firenze dal quale successivamente partire per traversate emozionanti (ma riservate ai più esperti) oppure optare per il giro delle malghe del Seceda, escursione priva di difficoltà tecniche e adatta alle famiglie.

Ancora i più arditi potrebbero addirittura attraversare la forcella Pana per arrivare a Malga Brogles nella splendida Val di Funes… Noi però ci accontentiamo (si fa per dire!) di una passeggiata facile e tranquilla perciò subito ci avviciniamo a Malga Odles (dietro Col Raiser) che già ci sedurrà per il meraviglioso paesaggio.

Verso Malga Lech Sant: un panorama spettacolare ci accompagna

Dopo aver indugiato parecchio a rimirare il panorama dovremo però iniziare l’itinerario. Imbocchiamo quindi il segnavia n. 2 in direzione Rifugio Fermeda e lasciamoci sopraffare dalla bellezza intorno a noi. Inizialmente la via s’addentrerà tra radi alberi regalandoci un po’ di ombra, sicuramente apprezzatissima nelle calde giornate estive.

Non passerà molto che si arriverà ad un primo bivio. Se decidessimo di scendere lungo il sentierino indicato 4A giungeremmo in men che non si dica sino a Malga Neidia (m. 2007) e alla stazione di valle della seggiovia “Fermeda” (che conduce in cima al Seceda). In direzione opposta invece saliremmo alla baita Trojer (m. 2250) per poi arrampicarci sin alla Forcella Pana (da cui, come accennato, si guadagnerebbe Malga Brogles). Noi però oggi, coi nostri bimbi, preferiamo camminare senza pensieri e così proseguiamo dritto, sempre in piano e senza fatica alcuna.

Il segnavia 2 ci conduce con grande tranquillità verso il Rifugio Fermeda facendoci, intanto, anche uscire dalla boscaglia per sbalordirci con una vista davvero superlativa su Sassolungo e Sassopiatto. Il gruppo del Sella e la Pela de Vit invece chiudono l’orizzonte creando una fantasiosa e splendida cornice montana.

Malga Lech Sant: si scende dal Rifugio Fermeda verso Baita Cuca e Malga Neidia

In breve, camminando tra tali meraviglie, giungeremo ad un ulteriore crocicchio. Già vedremo il Rifugio Fermeda fare capolino ma non ci interessa (lo visiteremo al ritorno). Dobbiamo infatti prendere il sentiero 1A e perdere un pochino di quota, oltrepassando anche il bivio per i rifugi Cuca e Neidia che, naturalmente potremmo anche decidere di visitare. Anzi! Sicuramente è consigliabile, visti gli splendidi parchi giochi che offrono per i più piccini… Una deviazione che merita decisamente.

Se aveste optato per la capatina a Baita Cuca e Malga Neidia, dopo il dovuto relax (e, perchè no, anche una merenda) dovrete necessariamente tornare sui vostri passi e scendere ancora un pochino sino a guadagnare un nuovo crocicchio. Da lì non potrete assolutamente perdervi giacché la nostra meta, Malga Lech Sant, è ottimamente segnalata e la strada è una soltanto.

Malga Lech Sant: una passeggiata semplice in una natura meravigliosa

Via quindi, si entra nel bosco!
La mulattiera, sin qui priva assolutamente di difficoltà (principalmente in piano o in discesa) inizia a salire e ci permetterà di guadagnare i circa 100 metri di dislivello che abbiamo perso dal bivio del Rifugio Fermeda. In mezzo alle fresche frasche non ci accorgerà della fatica (che, sicuramente, non sarà immane) ma anzi potremo addirittura scorgere, al di là di qualche tronco, anche dei graziosi specchi d’acqua (molto molto piccini).

In meno di mezz’oretta Malga Lech Sant farà capolino da dietro gli alberi: eccoci arrivati!
Malga Lech Sant (m. 2096), o anche Baita del Formaggio, sorge in splendida posizione in una verdissima radura con vista splendida sul gruppo del Sella e sulle retrostanti Odle. Non manca certo il laghetto, che dà il nome alla baita (biotopo): diverse leggende aleggiano intorno a questo specchio d’acqua e…

Malga Lech Sant e la leggenda del lago

Un tempo sorgeva qui una chiesetta, bianca e splendente ma spesso profanata da pastori che solevano fare baldoria sino a tarda notte assieme alle proprie bestie. Al Signore non piacque quest’abitudine e fece sprofondare nella terra edificio sacro e pastori, inghiottendoli e creando un buco che successivamente si riempì d’acqua. Ancora oggi si possono vedere strane luci aleggiare tutt’intorno che si narra siano gli spiriti inquieti dei pecorai.

Fermarsi qui è davvero fantastico: si potrà decidere (come sempre) se deliziare il proprio palato con i gustosi piatti tipici ivi prodotti (e, visto che siamo alla Kase Schwaige, il formaggio è senza dubbio il top) oppure accomodarsi nei prati smeraldini per consumare il proprio pranzo al sacco.

Per i bimbi c’è spazio a perdita d’occhio: oltre al Lech Sant ove buttare tanti sassi (attrazione evergreen) c’è anche un graziosissimo recinto con coniglietti che catalizzerà l’attenzione e che farà volare le ore senza nemmeno accorgersene; in più pecorelle, mucche… Qui il tempo passerà davvero in fretta: il paesaggio da sogno regalerà vedute mozzafiato da portare indelebili nel cuore.

Malga Lech Sant: verso il Rifugio Fermeda in mezzo ai prati

Una volta trascorso il tempo necessario sarà ora di rientrare. Se foste arrivati sin qui col passeggino necessariamente dovrete ritornare sui vostri passi dal momento il percorso ad anello prevede un transito attraverso i prati, sino al Rifugio Fermeda, non adatto alle ruote. Se invece aveste utilizzato lo zaino portabimbo  allora via libera: il sentierino, privo di numerazione, è indicato da un ligneo cartello e procede su terreno morbido (che indica una zona acquitrinosa).

(In montagna, per escursioni semplici, non impegnative e dal dislivello ridotto, è anche possibile utilizzare anche altri supporti ergonomici, come fasce, marsupi e mei tai. Anzi, sono certamente più adatti per i neonati che, in ogni caso, sino almeno ai 6 mesi di vita non possono essere inseriti negli zaini portabimbo. Sicuramente un ottimo approfondimento per capire quale utilizzare può essere effettuato con le grazie ad Habu: noi vi consigliamo la guida mei tai, un “mezzo” poco conosciuto ma efficace quanto gli altri!)

Il dislivello è praticamente nullo e in breve, passati alcuni deliziosi masi, il Rifugio Fermeda (m. 2109) sarà a portata di gamba (visivamente sarà invero sempre presente). Una veloce sosta è d’obbligo perché ai bambini non si potrà assolutamente negare la possibilità di giocare sullo scivolo e sul castelletto… Noi genitori invece potremo accomodarci ed eventualmente gustare una merenda o anche solo ammirare il panorama che qui mostra anche il Sassolungo, prima nascosto.

Dal Rifugio Fermeda poi sarà un attimo rientrare a Col Raiser: guadagneremo infatti il bivio lasciato all’andata (e dove avevamo continuato in discesa), proseguiremo quindi poi dritto calcando nuovamente il sentiero della mattina, lasciando che la nostra vista possa spaziare tra queste fantastiche cime.

Condividi