Sentiero Federico Augusto, trekking coi bambini al cospetto del Sassopiatto

Oggi compiremo un percorso ad anello tra i più belli della Val di Fassa e delle Dolomiti, spingendoci ai confini dell’Alpe di Tires: seguiremo infatti il Sentiero Federico Augusto sino al Rifugio Sassopiatto, all’ombra dell’omonimo massiccio, rientrando a Campitello (punto di partenza) lungo la Val Duron. Venite con noi!

  • Località di partenza: Col Rodella
  • Parcheggio: alla funivia “Col Rodella” di Campitello di Fassa (ampio – gratuito)
  • Mezzi utilizzati: zaino portabimbo (passeggino non possibile)
  • Tempo medio: quattro ore e mezza (percorso ad anello)
  • Difficoltà: facile – medio
  • Dislivello: -1000 metri – Col Rodella 2400 metri, Campitello di Fassa m. 1400
  • Tipologia di percorso: discesa ripida da Col Rodella alla Forcella Rodella e poi saliscendi sino ad arrivare al Rifugio Sassopiatto; discesa sino al Rifugio Micheluzzi e, successivamente, sino a Campitello

Dopo aver lasciato la nostra vettura nell’ampio parcheggio degli impianti (molto gettonato, occorre arrivare abbastanza presto al mattino per non faticare a trovare posto), abbiamo acquistato il nostro ticket e, in pochissimi minuti, siamo stati catapultati ai 2400m del Rifugio Des Alpes, dove lo splendido panorama subito ha catalizzato la nostra attenzione: 360° di meravigliosa bellezza, tutta da ammirare e fotografare, come il gruppo del Sella alla nostra destra, o l’imponente Sassopiatto (m. 2958)… Splendore che, comunque, ci accompagnerà per tutto il nostro cammino: si inizia quindi scendendo verso la Forcella Rodella (m. 2318), punto di partenza di numerosissime vie, tra le quali, appunto, la nostra.

Ma perchè l’itinerario porta questo nome?
Il sentiero è intitolato al re di Sassonia Federico Augusto, finanziatore del progetto della sua costruzione, e doveva collegare il Rifugio col Rodella al SeiserAlpe, entrambi posseduti da Franz Dialer, noto pioniere del turismo alpino; fu inaugurato il 30 luglio 1911 grazie alla collaborazione tra il club alpino tedesco-austriaco “Seiseralpe” e la III divisione del reggimento dei “Keiserschutzen” con il patrocinio del sovrano, che trascorreva le sue vacanze proprio a Siusi.

Ordunque partiti, verso sinistra con segnavia 557, già in pochi minuti si giunge al Rifugio Friedrich August (m. 2298) dove, immediatamente, troviamo ad accoglierci la “statua” di un enorme yak (anche detto bue tibetano), che rimanda subito all’allevamento che qui è stato introdotto da alcuni anni per la gioia soprattutto dei più piccini, che spesso incontrano qui per la prima volta questo peloso animale e ne rimangono subito “paurosamente” affascinati.

Riprendendo il cammino, in circa 45 minuti si perviene ai 2300m del Rifugio Sandro Pertini, intitolato all’ex Presidente della Repubblica tanto amante di queste montagne; assolutamente d’obbligo è voltarsi a guardare spesso indietro, per vedere allontanarsi sempre più il dosso del Col Rodella, lasciandosi ammaliare dall’immensa parete del Sassopiatto alla nostra destra; una sosta è doverosa per riprendere fiato per affrontare l’ultimo pezzetto (ma fin qui non si è assolutamente faticato), e gustare magari un bello spuntino.

Ci troviamo proprio a metà strada ma quello che ci aspetta, a livello paesaggistico, è ancora meglio ci ciò che abbiamo avuto il piacere di vedere sinora; man mano che la nostra meta si avvicina infatti, diventano sempre maggiormente visibili le vette altoatesine, che si paleseranno al momento in cui oltrepasseremo una piccola selletta: da qui poi sarà una bella discesa verso il Rifugio Sassopiatto (m. 2300), porta d’ingresso per l’Alpe di Tires e l’Alpe di Siusi.

E veramente i bambini possono correre e giocare sui verdissimi prati, mentre mamma e papà si godono il sole e il relax sul bel terrazzo, assieme ad un bel pranzo ristoratore; noi abbiamo gustato un ottimo hamburger con cipolla, ebbene sì, non troppo tipico, ma ci siamo rifatti poi con gli enormi Kaisereschmarren, decisamente molto più “dolomitici”; la cucina comunque offre ogni sorta di prelibatezza, che certamente potrà soddisfare ogni palato.

Da questo ameno luogo si dipartono veramente un’infinità di escursioni, tutte meravigliose: una possibilità potrebbe scendere verso il Passo Duron (m. 2168), per poi proseguire verso l’Alpe di Tires e l’onomimo rifugio sotto ai Denti di Terrarossa; un’altra, molto classica, è certamente quella di continuare sino al Rifugio Vicenza (m. 2253), per poi completare l’anello intorno al Sassolungo passando dal Rifugio Comici (m.2153) e il Passo Sella (m. 2180), prima di rientrare a Col Rodella, ma è senz’altro molto lunga e bisogna, oltre che partire presto, essere anche allenati; un’ultima prevede di raggiungere l’Alpe di Siusi e i suoi verdi prati, magari transitando dal Rifugio Molignon (m. 2054)

Noi però non abbiamo scelto nessuna di queste, bensì un’altra ancora! Scenderemo infatti verso la Val Duron e il Rifugio Micheluzzi (m. 1860), transitando per la Malga del Sassopiatto (m. 2243), che sorge poco sotto all’omonimo rifugio lungo il sentiero 533 che, dapprima offrendoci una vista spettacolare sulla Marmolada (m. 3342), la regina delle Dolomiti, tra prati verdissimi e mucche al pascolo, poi si addentra in un bel bosco, conducendoci al ristoro intermedio in circa un’oretta scarsa.

E certo merita una sosta anche il Rifugio Micheluzzi, da cui parte il meraviglioso sentiero che attraversa la parte occidentale della Val Duron fino ad arrivare all’omonimo passo e all’Alpe di Tires; qui anche si potrà lasciare i bimbi liberi di correre e giocare un po’, prima di riprendere la via verso Campitello.

Strada che porta via circa 45/50 minuti in decisa discesa; esiste anche, per chi fosse molto stanco, un servizio navetta che conduce sino a valle ma il consiglio è che, una volta arrivati sin qui, sarebbe proprio un peccato gettare la spugna! Nonostante la pendenza, il sentiero non è mai impegnativo, ed offre scorci davvero splendidi sulla Marmolada; se proprio necessitate di un’ulteriore sosta, a metà strada la Baita Franes potrà offrirvi un dolce ristoro, prima di terminare la splendida gita.

Questo percorso ad anello è veramente delizioso, e consente di ammirare panorami meravigliosi, nonchè molto vari; le soste ai vari rifugi, oltre che per i papà portatori (e le mamme!), sono certamente necessarie anche per i nostri pargoletti, che così si potranno un po’ sgranchire prima di riprendere il cammino.

Condividi