Dolomiti

Laghi di Colbricon in inverno: con le ciaspole tra soffice neve

Arrivare ai laghetti di Colbricon (piccoli zaffiri ai piedi del Lagorai) richiede, in estate, poco tempo e modesti sforzi; in inverno, con le ciaspole, i tempi si allungano leggermente ma, una volta arrivati, lo spettacolo che troverete ripagherà di ogni sforzo… Sembrerà di essere catapultati in un mondo fantastico, proprio come dentro ad una fiaba, dove tutto pare panna montata e zucchero filato: pronti a seguirci?

  • Località di partenza: Malga Rolle, a circa 1 km da Passo Rolle verso Paneveggio
  • Parcheggio: alla località di partenza (medio, gratuito)
  • Mezzi utilizzati: ciaspole
  • Tempo medio: un’ora circa
  • Difficoltà: facile – medio
  • Dislivello: 100 metri – Malga Rolle m. 1918 – Laghi di Colbricon m. 1927
  • Tipologia di percorso: dapprima discesa e poi lieve salita costante. Dolce declivio finale

Escursione invernale: consultare sempre sempre le guide alpine “Aquile”, disponibili ogni giorno dalle 17.00 alle 19.00 presso l’Ufficio Turistico (o in alternativa allo 0439 768.795) per verificare le condizioni del manto nevoso, la fattibilità del percorso e l’equipaggiamento da utilizzare

Laghi di Colbricon: si parte da Malga Rolle, poco prima della sommità di Passo Rolle

Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura all’altezza di Malga Rolle, circa un chilometro dopo la sommità di Passo Rolle verso Paneveggio (vi è un’area proprio di fronte alla baita ed una poco più a valle), subito attraversiamo la strada. La segnaletica è lì pronta ad indicarci la via che, in discesa, parte in direzione del Ristoro La Baita e degli impianti di risalita che servono il comprensorio della Skiarea Rolle.

Verso i laghi di Colbricon: un incanto bianco che sembra uscito da un paese nordico

Camminando per circa 5 minuti perderemo un po’ di quota (che, necessariamente dovremo recuperare al ritorno) sino ad arrivare alla stazione di valle della seggiovia (il Ristoro La Baita è poco oltre). Subito a destra, ecco il nostro sentiero che, pianeggiante, si inoltra nel bel bosco ove la neve crea giochi di luce davvero incredibili… Sembra proprio di trovarsi in un paese nordico, come Finlandia o Norvegia, con colori davvero mozzafiato che spaziano tra l’azzurro del cielo e il rosa dei riflessi del sole, bassi sull’orizzonte, sulle nuvole. Insomma, una vera fiaba!

Il sentiero, già calcato da altri ciaspolatori, corre tranquillo attraverso il bosco con pendenze assai modeste (solo un tratto sarà impegnativo, ma non è lungo più di 20 metri, poco dopo l’inizio). La nostra attenzione sarà catalizzata dalla soffice neve tutt’intorno e, soprattutto, sui rami dei pini e degli abeti che, ogni tanto, precipitando rumorosamente crea deliziose cascate naturali dai brillanti bagliori.

Si arriva ai laghi di Colbricon. Che sono due: l’inferiore e il superiore

La via procede in costante salita senza però mai risultare troppo impegnativa. Il bianco ovunque non ci concederà molti punti di riferimento tranne, ogni tanto, qualche squarcio tra le frasche per ammirare Cima Bocche e lo Juribrutto proprio dall’altra parte della vallata. Non passerà troppo tempo prima di arrivare al punto più alto della nostra escursione, con il Colbricon (m. 2602) che ormai ci guarda: la dolce discesa (sempre in mezzo agli alberi) ci consentirà di scorgere, dopo poco, l’inconfondibile sagoma di una casetta.

Siamo quindi arrivati!
Quella sagoma infatti è il Rifugio Laghi di Colbricon (m.1927), splendidamente posto a guardia dei due laghi omonimi. Arrivati sin qui, se non conoscete l’esatta ubicazione dei due specchi d’acqua, sicuramente vi sarete persi l’inferiore (m. 1909) in quanto completamente coperto di neve: poco prima dell’arrivo, sulla destra in basso, potrete notare un’ampia distesa pianeggiante… Eccolo lì!

Per ammirarlo da più vicino, occorre scendere di qualche decina di metri: in estate la via è certamente evidente, mentre in inverno, qualora non sia già stata battuta, è senz’altro più difficile da individuare. Noi infatti non ci siamo avventurati ed abbiamo preferito proseguire sino al rifugio e poi poco oltre, per godere un un colpo d’occhio ancor più privilegiato.

I laghi di Colbricon: paesaggio spettacolare al cospetto del Lagorai

Dunque, una volta giunti al Rifugio Laghi di Colbricon (chiuso durante la stagione invernale), non resterà che proseguire ancora un po’ sino ad arrivare dall’altra parte del lago superiore (m. 1923) di cui facilmente si possono individuare le rive. Non è consigliabile camminare sopra il ghiaccio formatosi dal momento che non possiamo mai sapere quanto sia spesso… In ogni caso, mantenendo una via “alta”, aggireremo facilmente le sponde (i cartelli estivi ci aiutano a comprendere i tracciati), trovandoci così ai piedi dell’appuntito Colbricon e dalla parte opposta alla baita, godendo così di un paesaggio davvero superlativo.

Da qui i ciapolatori esperti potrebbero continuare alla scoperta del Lagorai mentre quelli alle prime armi potrebbero anche decidere di spingersi sino a San Martino di Castrozza transitando per Malga Ces (data a mezz’oretta di strada), posta direttamente sulle piste da sci. Proprio il carosello sciistico da qui è visibile e si possono notare gli sportivi che si cimentano nella rossa che scende da Punta Ces (m. 2227)… Noi però preferiamo sicuramente le nostre ciaspole: essendo arrivati qui coi bimbi, optiamo per tornare al punto di partenza ma, qualora avessimo desiderato proseguire verso il paese, avremmo potuto servirci poi del servizio pubblico di trasporto per recuperare poi l’autovettura (o, meglio ancora, arrivare direttamente col pullman).

E così, pian piano, riguadagniamo il Rifugio Laghi di Colbricon (ove gradite panche aspettano i trekker per offrire loro un po’ di riposo) e, successivamente, risaliamo il breve canale prima di lanciarci in una bella discesa tra i boschi. La nostra fatica è quasi terminata ma, alla fine, ricordatevi che ci sarà ancora la salita che, dagli impianti, vi riporterà a Malga Rolle. E proprio Malga Rolle vi attende per ristorarvi e rigenerarvi con un ottimo piatto tipico!

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