Torri del Vajolet: splendida escursione al Rifugio Re Alberto

Torri del Vajolet

La Val di Fassa sa sempre regalare grandissime emozioni. D’altronde, non per niente è racchiusa tra alcune delle cime più belle di tutte le Dolomiti! Sella, Sassolungo, Marmolada, Latemar, Catinaccio… E proprio di quest’ultimo vi vogliamo parlare: oggi infatti ci addentreremo nel suo roccioso mondo per andare a scoprire una delle sue formazioni maggiormente famose, le Torri Del Vajolet. Allora venite con noi: si parte da Gardeccia per giungere sino al Rifugio Re Alberto e poi, se si avrà ancora fiato, strappo finale sino al Rifugio Passo Santner!

  • Località di partenza: Pian Pecei
  • Parcheggio: impianti Vajolet Pera di Fassa (grande – gratuito)
  • Indicazioni parcheggio Google Maps: https://goo.gl/maps/G65QbX8MzSeGWpJi8
  • Mezzi utilizzati: itinerario da effettuare con bimbi grandi
  • Tempo medio: tre ore andata (+ 30 minuti sino Rifugio Passo Santner) – 2 ore e 45 minuti ritorno
  • Difficoltà: difficile
  • Dislivello: 900 metri – Pian Pecei m. 1815 – Rifugio Re Alberto m. 2621 – Rifugio Passo Santner m. 2734
  • Tipologia di percorso: forestale tranquilla da Pian Pecei a Gardeccia e poi ripida sino al Rifugio Vajolet. Dal Rifugio Vajolet al Rifugio Re Alberto sentiero difficile su roccia con tratti attrezzati con cavo. Dal Rifugio Re Alberto al Rifugio Passo Santner classico sentiero (facile) su ghiaione

Torri del Vajolet e Rifugio Re Alberto: da dove partire, come arrivare e dove parcheggiare

Per arrivare alla partenza della via per il Rifugio Re Alberto e le Torri del Vajolet, bisogna necessariamente arrivare alla piana di Gardeccia, da dove parte la forestale che conduce al Rifugio Vajolet e Preuss.

A Gardeccia si può giungere da più parti:

  • da Ciampedie: lungo il sentiero 540: un itinerario di circa un’oretta in lieve discesa (lo trovate qui: https://www.babytrekking.it/da-ciampedie-a-gardeccia-col-passeggino-nel-bosco/). Per salire a Ciampedie bisogna servirsi della funivia Catinaccio —–> qui orari e prezzi
  • da Pian Pecei: in circa 30/40 minuti lungo una tranquilla forestale che riserva solo il tratto iniziale e finale un pochino più ripidi. Si transita dalla nuova Malga Couler con vista speciale sul Larsec (qui la descrizione della camminata: https://www.babytrekking.it/sentiero-delle-leggende-val-di-fassa/). A Pian Pecei si arriva in seggiovia da Pera —–> qui orari e prezzi
  • da Muncion: un po’ più lunga e impegnativa, ci si impiega almeno un’oretta abbondante per quasi 500 metri di dislivello. Non pochi, considerando che se ne devono poi (da Gardeccia) superare altri 800. Da considerare solo se siete molto allenati e non volete prendere impianti

Noi abbiamo iniziato la nostra passeggiata da Pian Pecei ma, in caso, sappiate che la funivia da Vigo (che sale a Ciampedie) inizia prima il suo orario di servizio (alle 7.30 in periodi di alta stagione contro le 8.30 della seggiovia da Pera).

Indicazioni parcheggio Google Maps: https://goo.gl/maps/G65QbX8MzSeGWpJi8

Malga Couler
La deliziosa Malga Couler che si incontra salendo da Pian Pecei
Rifugio Catinaccio
L’abbandonato Rifugio Catinaccio prima della piana di Gardeccia

Torri del Vajolet e Rifugio Re Alberto: si parte da Gardeccia

Una volta quindi giunti a Gardeccia, saremo finalmente pronti per cominciare la nostra escursione. La prima tappa dovrà necessariamente essere il Rifugio Vajolet (con il suo vicino Rifugio Preuss) a circa un’oretta (e 300 metri di dislivello).

Gardeccia
Gardeccia, la splendida piana nostro punto di partenza
Gardeccia
Il Rifugio Stella Alpina a Gardeccia con il suo inconfondibile panorama

L’ascesa, pur ripida in alcuni punti, non è difficile: si svolge infatti tutta su forestale senza nessun tratto esposto. La fatica però non sarà da trascurare: la via infatti parte “in piedi” subito all’inizio, permettendo (con qualche curva) di portarsi subito un po’ più in quota.

Si prosegue quindi in falsopiano: infatti ci si addentra nel roccioso mondo del Catinaccio, ammirando sullo sperone dinanzi a noi il già citato Rifugio Preuss… Dove sarà doverosa una sosta per rifocillarsi prima di affrontare il tratto più impegnativo.

Torri del Vajolet
In salita verso il Rifugio Vajolet, nel roccioso mondo del Catinaccio
Torri del Vajolet
Il Rifugio Preuss controlla la nostra ascesa

L’escursione sino alle Torri del Vajolet dura almeno 3 ore per 800 metri di dislivello

Ad un certo punto si incontreranno degli alberelli: una volta superati, dovremo scordarci altra ombra. La strada infatti proseguirà sempre sotto il sole: tenetene conto e prevedete borracce senza risparmiarvi.

Torri del Vajolet
Il Catinaccio lascia sempre senza parole
Torri del Vajolet
L’arrivo al Rifugio Vajolet lascia sempre senza parole

L’ultima parte di itinerario permette di raggiungere, sempre in forte pendenza, il Rifugio Vajolet… E già non potrete trattenere vari “oooooh” di meraviglia: ci troviamo senz’altro in uno dei luoghi più belli delle Dolomiti, il cuore del Catinaccio.

Ormai siamo già a 2243 metri: abbiamo già alle spalle almeno un’ora e mezza di passeggiata nella migliore delle ipotesi (se foste partiti da Pian Pecei), per cui senz’altro ci meritiamo una sosta… Visto che ora inizierà il pezzetto attrezzato, quello più impegnativo.

Rifugio Preuss
Dal Rifugio Preuss si ammira un panorama senza pari
Rifugio Vajolet
Salutiamo anche il Rifugio Vajolet prima di iniziare la salita attrezzata

Il tratto che sale dal Rifugio Vajolet alle Torri del Vajolet è attrezzato con corda fissa in parecchi punti

Ecco: dicevamo che il Rifugio Vajolet e il Rifugio Preuss sono il punto da dove inizia il sentiero attrezzato che sale al Rifugio Re Alberto. E infatti, appena si superano, vedremo immediatamente il bivio: se proseguissimo dritto, una rassicurante forestale ci condurrebbe in un’oretta al Rifugio Passo Principe. Ma noi dobbiamo voltare a sinistra!

Torri del Vajolet
Una tranquilla forestale condurrebbe al Rifugio Passo Principe
Ma noi invece giriamo sul sentiero attrezzato!

E infatti notiamo subito le indicazioni per il sentiero 542: riportano circa un’oretta per giungere al Rifugio Re Alberto e soprattutto, anche il monito che si tratta di un itinerario riservato agli escursionisti esperti.

Proprio perchè, come anticipavamo, vi sono alcuni tratti di corda che permettono sia di superare agevolmente alcuni balzelli rocciosi sia di affrontare sparuti passaggi in maniera più sicura e priva di pericoli.

Torri del Vajolet
Come formichine si risale in canalone roccioso
Il Rifugio Vajolet e il Rifugio Preuss si allontanano sempre più

Al Rifugio Re Alberto e alle Torri del Vajolet si arriva in un’ora dal Rifugio Vajolet

Per questo, secondo noi, questo percorso deve essere affrontato con bambini grandi, in grado di sapersi gestire e di non trovarsi in difficoltà nei tratti più esposti. Quelli più piccini, se proprio non poteste fare a meno di portarli, a nostro avviso vanno imbragati proprio per ridurre al minimo qualsiasi imprudenza.

Sono presenti diversi tratti di corda per facilitare il passaggio
Torri del Vajolet
In alcuni punti l’ascesa è praticamente verticale

Dicevamo: si imbocca il segnavia 542 che, subito, fa capire che non sarà una passeggiata. Il fondo diviene roccioso e la larghezza si restringe: siamo proprio su un classico itinerario di montagna. E la fatica non tarda a farsi sentire.

Ovviamente non vedrete subito l’ora di arrivare ma, sappiate, il Rifugio Re Alberto non lo scorgerete praticamente sino alla fine. Ma intuirete dove si trova: poco sopra il secondo pilone della teleferica! Quello sì si vede già da molto lontano.

Torri del Vajolet
Il panorama è una meraviglia incredibile

Non occorre l’imbrago per gli adulti per arrivare alle Torri del Vajolet. Per i bambini valutatelo (meglio di sì)

Mano a mano che saliamo, notiamo allontanarsi sempre più il Rifugio Vajolet... E avvicinarsi le rocce! Ma occorreranno svariati passaggi con cavo prima di arrivare a destinazione… Ma, nonostante tutto, l’ambiente naturale sarà così spettacolare che mitigherà ogni sforzo.

Torri del Vajolet
La tanto sospirata panchina avvisa che il tratto con i cavi è finito!

Ad un certo punto passerete da una panchina: è la giusta ricompensa per essere arrivati sin qui! Potete naturalmente riposarvi e guardare quanta strada è stata percorsa. E tirate anche un sospiro di sollievo: questa panchina indica infatti che la parte difficile è finalmente terminata! D’ora in avanti infatti si camminerà facilmente a zigzag sino al Rifugio Re Alberto.

E infatti, in circa 20 minuti al massimo, saremo arrivati! Dopo poco infatti, ecco dapprima comparire il tetto, poi i muri e infine la scalinata d’accesso: ce l’abbiamo fatta. E la soddisfazione è veramente pazzesca.

Torri del Vajolet
E infatti il rifugio Re Alberto compare, proprio dietro il secondo pilone
Torri del Vajolet
Finalmente poi si arriva a destinazione: che soddisfazione!

Le Torri del Vajolet sono proprio di fronte al Rifugio Re Alberto, ma si arriva in cima solo scalandole

Come ancor più spettacolare è la vista, finalmente delle Torri del Vajolet: eccole lì che svettano sino al cielo! Sono meravigliosi speroni rocciosi che sembrano toccare l’infinito… Andate poco dietro il ristoro e sedetevi in contemplazione: è anche la vista più classica, quella che senz’altro avrete ammirato su tanti siti.

Torri del Vajolet
Ed eccole le Torri del Vajolet: sono una meraviglia incredibile
La classica visuale con anche il Rifugio Re Alberto

Teoricamente, di solito, c’è anche un laghetto ma, quando siamo stati noi, non era visibile poiché l’estate era particolarmente afosa e povera di precipitazioni… Ad ogni modo, naturalmente la vista è molto suggestiva comunque, per cui prendetevi del tempo per assaporarla e imprimerla bene nel cuore.

E poi, visto che siete arrivati qui… Perchè non tentare anche di arrivare a Passo Santner? Manca davvero pochissimo: la forcella è già ben visibile poco sopra, al termine del ghiaione. Il Rifugio Passo Santner non si vede (poiché è leggermente più sotto) ma credeteci, ne vale proprio la pena poiché la vista si aprirà sulla Val d’Ega e la Valle di Tires, spingendosi sino a Bolzano e anche oltre.

Torri del Vajolet
Una meraviglia che non si smette di ammirare
Questa parte di Catinaccio è veramente spettacolare

Dalle Torri del Vajolet si può arrivare anche al Rifugio Passo Santner in mezz’ora

Quindi gambe in spalla!
Come dicevamo, l’arrivo si vede già. Il sentiero, ottimamente transitabile, si svolge su ghiaione ed è privo di difficoltà: l’unica, se proprio vogliamo, sarebbe quella di dover superare altri 100 metri di dislivello stanchi come siamo, ma bisogna trovare le forze perchè ne vale proprio la pena!

Torri del Vajolet
Lassù c’è il Rifugio Passo Santner: non si può non arrivare!
Torri del Vajolet
Salutiamo dunque il Rifugio Re Alberto per l’ultima salita

E infatti, in meno di mezz’oretta, saremo già giunti: è incredibile come, lasciato alle spalle un mondo lunare e chiuso, si apra una vista ariosa e praticamente infinita… Il Rifugio Passo Santner (m. 2734) è già lì poco oltre.

Il Rifugio Passo Santner è stato da pochissimo ristrutturato (e si vede): ora è quasi una lounge d’alta quota! Dal bar con vetri panoramici si può ammirare un panorama speciale, al riparo dai venti che, spesso, soffiano molto tesi.

Rifugio Passo Santner
In meno di mezz’ora, il Rifugio Passo Santner sarà già conquistato
La vista si apre sulla Val d’Ega e sul Latemar

Dal Rifugio Passo Santer si ammira una splendida vista su Val d’Ega e Valle di Tires

Qui ovviamente una pausa è doverosa, sia per riprendersi dalla fatica ma anche per bearci di tutta la strada fatta…Non è facile arrivare sin quassù, per cui la soddisfazione è senz’altro garantita. E non dimenticare di scattarvi una foto anche alla croce che si trova poco più a destra, sotto le ripide pareti di roccia.

Una volta riposati e rinfrancati, saremo pronti per rientrare al punto di partenza. Nonostante ora la via sia tutta in discesa, non impiegherete poco: sicuramente vi fermerete a raccogliere immagini e video praticamente in ogni dove, poiché la natura qui è veramente fantastica. Portate nel cuore questa esperienza: siamo certi che sarà una delle più belle mai provate.

Non dimenticate una foto alla croce!
Rifugio Passo Santner
E ora… È tempo di rientrare

Consigli utili per affrontare l’escursione alle Torri del Vajolet e al Rifugio Re Alberto

  • Per affrontare il tratto Rifugio Vajolet – Rifugio Re Alberto, per gli adulti non è necessario l’imbrago. Tuttavia, se vi fa sentire più tranquilli, portatelo e indossatelo all’occorrenza
  • Consigliamo questo itinerario a bambini grandi, allenati e già avvezzi a questo tipo di sentieri. Non è un itinerario semplice né banale: valutate bene l’esperienza vostra e dei vostri figli
  • Se volete portare con voi i bambini più piccoli, valutatelo molto bene. Consigliamo senz’altro un imbrago
  • Sconsigliamo fortemente di affrontare l’escursione con zaino portabimbo oppure con marsupio
  • A nostro parere, anche chi soffre di vertigini può affrontare l’itinerario, ben sapendo però della presenza dei tratti attrezzati
  • Ideale è partire molto presto la mattina per effettuare l’ascesa senza escursionisti che invece scendano (e anche perchè le temperature sono molto più gradevoli, vista l’assenza di alberi). Al ritorno, sappiate che dovrete attendere il vostro turno per transitare

Rifugio Re Aberto e Rifugio Passo Santner: orari di apertura, contatti e informazioni utili

Torri del Vajolet
Itinerario per le Torri del Vajolet – Geoflyer Europe 3D maps

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